La possibilità di insorgenza di malattia tromboembolica venosa dopo il parto aumenta nelle donne che nel corso della gravidanza hanno sofferto di vene varicose, patologie cardiache, malattie infiammatorie intestinali, o in quelle che hanno subito la morte del nascituro in utero; la probabilità di coaguli nel sangue dopo il parto aumenta anche a causa di obesità, perdita di sangue durante la gravidanza, parto prematuro e parto cesareo.
Queste conclusioni di uno studio dell’University of Nottingham, in Gran Bretagna, aprono nuove prospettive di prevenzione per le donne a rischio, come spiega Matthew Grainge, autore principale dello studio: «La malattia tromboembolica venosa è una complicazione rara ma grave della gravidanza e del parto, che colpisce circa una-due donne incinte ogni mille ma, nonostante questo, resta una delle principali cause di mortalità delle donne in attesa, anche nei paesi in via di sviluppo. Una diagnosi più rapida del rischio potrebbe permettere di adottare con maggiore consapevolezza le misure preventive, come la somministrazione di una dose giornaliera di eparina».
Lo studio britannico è stato pubblicato su Blood, la rivista dell’American Society of Hematology.
Fonte
Alyshah Abdul Sultan et al – Risk factors for first venous thromboembolism around pregnancy: a population based cohort study from the United Kingdom. Blood April 2, 2013