Sono sette le regioni italiane che hanno aderito al progetto pilota, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e finanziato dal Ministero della Salute, per un sistema di sorveglianza della mortalità materna. Gli scopi del progetto sono molteplici: migliorare sicurezza e qualità delle cure rivolte alle donne con patologie gravi o rare in gravidanza, raccogliere i dati sulle cause delle morti materne, sia cliniche sia imputabili a difetti organizzativi, promuovere la collaborazione fra i sistemi di sorveglianza ostetrica già esistenti e sostenere lo sviluppo di nuovi.
Nei paesi avanzati, come l’Italia, sono rari i decessi di donne collegati alla gravidanza e al parto, ma ancora avvengono, e in quasi la metà dei casi potrebbero essere evitati se gli standard di assistenza fossero migliorati. Le ‘Confidential Enquires into maternal deaths’, le indagini confidenziali che sono svolte in Gran Bretagna ogni volta che si verifica una morte materna, costituiscono il modello da seguire per monitorare l’evoluzione del fenomeno e ridurre al minimo morbosità e mortalità materne.
Con questo progetto, e grazie agli studi che l’hanno preceduto, l’Italia è entrata nell’Inoss (International Network of Obstetric Survey Systems, Network internazionale dei Sistemi di Sorveglianza ostetrica); Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia sono le regioni che partecipano al progetto.
Per approfondimenti sul progetto e sul tema della mortalità materna è possibile consultare il sito dedicato dell’ISS: www.iss.it/itoss