Le donne soffrono di depressione molto più degli uomini; il 70 % degli antidepressivi vengono prescritti alle donne. La comparsa di depressione, soprattutto in alcuni periodi di transizione caratterizzati da fluttuazioni ormonali, come la pubertà, la fase premestruale, il puerperio, la menopausa, ha indotto alcuni esperti a coniare l’espressione “depressione riproduttiva” (Studd 2014). Questa diagnosi è squisitamente clinica e può avere valore predittivo: ad esempio la presenza di sintomi depressivi in fase premestruale può indicare una maggiore vulnerabilità allo sviluppo di depressione puerperale e postmenopausale. E’ proprio durante la transizione perimenopausale che si verifica il picco maggiore di depressione. Un ampio studio longitudinale di coorte condotto negli USA (studio SWAN), che ha coinvolto 3.300 donne, ha dimostrato un incremento della depressione di 4 volte durante la transizione menopausale, soprattutto nei casi di menopausa precoce, dopo correzione per i fattori psicosociali e i sintomi vasomotori (Taylor 2014.)
Le donne che sperimentano una deflessione del tono dell’umore in peri- postmenopausa sono il 15-50%; nel 15-30% dei casi, i sintomi sono tali da costituire una sindrome depressiva clinicamente conclamata, la cui patogenesi è verosimilmente multifattoriale.
Per saperne di più … Lo abbiamo chiesto al Dott. Rocco Gallicchio
Ginecologo, Direttore Sanitario del Buonarroti Medical Center, Centro per la salute della donna di Milano
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