Supplementazione con vitamina D: un beneficio non solo per l’osso

Il ruolo della vitamina D a livello del metabolismo osseo è noto da anni, per questo la supplementazione con vitamina D viene consigliata per la prevenzione dell’osteoporosi alle donne dopo la menopausa. Recentemente, diversi studi hanno evidenziato l’importanza della vitamina D anche a livello di altri organi e apparati, in particolare sembra che la carenza di vitamina D e la carenza estrogenica vadano nella stessa direzione, contribuendo nel determinismo non solo dell’osteoporosi, ma di diversi disturbi postmenopausali e rischi per la salute, come quello oncologico e cardiovascolare. Una recente review pubblicata sulla prestigiosa rivista Maturitas, ha messo in luce alcune situazioni cliniche che possono derivare da una carenza di vitamina D nelle donne in postmenopausa, descritte di seguito.   Sovrappeso/Obesità: la menopausa si associa spesso ad aumento di peso e a un’alterazione della distribuzione del grasso corporeo, con aumento della massa grassa a livello viscerale, a scapito della massa magra. I fattori coinvolti sono molteplici: lo squilibrio ormonale (carenza estrogenica e aumento del testosterone libero) svolge un ruolo fondamentale nell’alterazione del metabolismo degli adipociti viscerali, così come lo stile di vita (scarsa attività fisica, ridotta esposizione al sole, insufficiente apporto di calcio con la dieta, fumo, alcool). Anche i livelli di vitamina D sembrano giocare un ruolo nell’aumento di peso in postmenopausa, pur essendo i meccanismi non ancora del tutto chiari. Sembra che bassi livelli di vitamina D correlino con un aumento del BMI (e viceversa). Studi condotti su animali hanno dimostrato che la supplementazione con vitamina D e calcio, comportava una riduzione della massa grassa viscerale, pur non ottenendosi una riduzione del peso corporeo. La riduzione del peso corporeo con la restrizione calorica può comportare un aggravamento della carenza estrogenica, oltre a un insufficiente apporto di calcio e vitamina D. La supplementazione con vitamina D durante una dieta, unitamente a uno stile di vita che comprenda attività fisica, può essere utile nel compensare le carenze conseguenti alla restrizione calorica. Secondo un’ipotesi suggestiva, la vitamina D potrebbe avere un ruolo doppio in termini di beneficio sull’apparato muscoloscheletrico: non solo sulla densità minerale ossea, ma anche sulla massa e sulla forza muscolare. Quest’ultimo aspetto è molto importante nella prevenzione delle cadute, e un recente studio (WHI 2014), ha dimostrato come la supplementazione con vitamina D possa agire in sinergia con la terapia sostitutiva ormonale (HRT), che agisce sulla prevenzione delle fratture. Secondo alcuni studiosi, si potrebbe ipotizzare inoltre un beneficio clinico della vitamina D sui dolori muscoloscheletrici, la cui incidenza aumenta molto dopo la menopausa, sempre a causa della carenza estrogenica, che provocherebbe un aumento dei fenomeni infiammatori e nocicettivi a livello articolare.   Rischio cardiovascolare e metabolico La carenza di vitamina D sembra coinvolta nello sviluppo dell’insulino-resistenza, del diabete di tipo 2 e della sindrome metabolica, sia in pre che in postmenopausa. Tuttavia un ruolo della supplementazione con vitamina D nella prevenzione cardiovascolare non è ancora stato dimostrato e sono necessari ulteriori studi. Alcune evidenze suggeriscono che il rischio cardiovascolare è correlato all’osteoporosi, in quanto aterosclerosi e osteoporosi condividono una base patogenetica comune, tanto che alcuni markers di turnover osseo sono indicativi di rischio cardiovascolare.   Sintomi vasomotori e tono dell’umore I sintomi vasomotori, oltre a inficiare notevolmente la qualità di vita, sembrano correlati ad un aumento del turnover osseo, del rischio di ipertensione e di depressione. Non vi sono attualmente evidenze di un beneficio clinico della vitamina D in questo senso, tuttavia in alcuni studi condotti sul ratto, la vitamina D ha dimostrato una protezione dalla deplezione serotoninergica, che, secondo una recente ipotesi, si presume sia implicata nei meccanismi termoregolatori responsabili della maggiore sensibilità individuale al calo degli estrogeni.   Complessivamente, sembra che la vitamina D possa avere effetti benefici sulla salute delle donne in menopausa, non solo per l’osteoporosi, ma per tutte le conseguenze correlate alla carenza estrogenica. Pur non essendo un trattamento di efficacia paragonabile all’HRT, può rappresentare comunque un’opzione terapeutica valida unitamente all’HRT, oltre che un’alternativa per le donne che non possono fare uso di HRT per la presenza di controindicazioni.  

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