Un gruppo di ricercatori del Brigham and Women’s Hospital, di Boston, nel Massachusetts, dall’analisi dei dati di due studi che hanno coinvolto oltre 27mila (27.347) donne fra i 50 e i 79 anni, sono giunti alla conclusione che: «L’uso della terapia ormonale sostitutiva in menopausa non può essere raccomandato ai fini preventivi perché il bilancio rischio-beneficio non è abbastanza favorevole; la terapia ormonale può essere utile per gestire i sintomi della menopausa in donne sane ma, in base ai dati oggi disponibili, non può essere raccomandata per la prevenzione di malattie croniche», come spiega il primo autore della ricerca, JoAnn E. Manson.
I due studi che sono stati valutati dalla ricercatrice e dai suoi colleghi, fanno parte della Women’s Health Initiative, che si occupa della salute delle donne in post-menopausa, e riguardavano l’utilizzo di diversi tipi di terapia ormonale sostitutiva. Tutti e due gli studi disponevano di un lungo follow up: un valore mediano rispettivamente di 5,6 e di 7,2 anni e un ulteriore periodo di 6-8 anni dopo la fase di intervento.
Il primo studio riguardava donne che non erano state sottoposte a isterectomia e trattate con terapia estro-progestinica (estrogeni equini coniugati più medrossiprogesterone acetato; n=8.506) o con placebo (n=8.102); nel secondo studio, invece, le donne, precedentemente operate di isterectomia, sono state trattate con terapia solo estrogenica (estrogeni equini coniugati; n=5.310) o con placebo (n=5.429).
Sono stati osservati aumenti di coronaropatia, ictus, tromboembolismo polmonare, carcinoma mammario, incontinenza urinaria e, dopo i 65 anni, demenza.
Manson, che è capo del Dipartimento di Medicina Preventiva dell’ospedale americano, spiega: «In generale, i rischi della terapia estro-progestinica nel corso del trattamento sono superiori ai benefici, quali la riduzione delle fratture dell’anca, diabete e sintomi vasomotori; i rischi scompaiono con la fine del trattamento, tranne quello di carcinoma mammario. Per la terapia solo estrogenica i rischi e i benefici sono più bilanciati, visti gli aumenti del rischio di ictus e di trombosi venosa, e le riduzioni di quelli di fratture dell’anca, con risultati mantenuti anche dopo la fine del trattamento».
Fonte
Manson JE et al –Menopausal Hormone Therapy and Health Outcomes During the Intervention and Extended Poststopping Phases of the Women’s Health Initiative Randomized Trials. JAMA 2013 Oct 2;310(13):1353-1368