Secondo Sergio Pecorelli, presidente dell’Aifa (Agenzia Italiana per il Farmaco): «L’esperienza di vaccinazione contro il Papilloma virus umano (Hpv) sui maschi italiani è modesta, nonostante il virus sia correlato a numerose patologie e non solo al cancro dell’utero, quindi sarebbe utile estendere la vaccinazione agli uomini, perché questo non è un problema di genere ma generalizzato.
L’Hpv è responsabile al 100% del cancro al collo dell’utero ma anche di tumori dell’ano per l’88-94%, della vagina (64-91%), di condilomi genitali (80%), di tumori del pene (40%), della faringe (25%) e della cavità orale (10%)».
Il vaccino quadrivalente è consigliato in Europa ai ragazzi fino ai 15 anni, ma, aggiunge Pecorelli: «Da noi, invece, la proposta vaccinale è attiva e gratuita per le sole ragazzine nel dodicesimo anno di vita». L’Università di Brescia ha promosso un progetto sperimentale, finanziato da privati e dalla Regione Lombardia, per verificare l’adesione dei maschi alla vaccinazione contro l’Hpv; spiega Pecorelli: «Il progetto, avviato sulla fascia d’età 11-15 anni, ha dato buoni risultati, dimostrando l’attenzione verso questo problema anche da parte maschile».
L’intervento del presidente dell’Aifa è avvenuto nel corso del convegno di Medicina della Riproduzione che si è tenuto nei giorni scorsi ad Abano Terme.
Fonte
Sanità News, 27 febbraio 2012