Non sempre il Pap test è necessario

La rivista Jama Internal Medicine ha pubblicato un articolo di due medici della Stanford University School of Medicine di Palo Alto, in California, che hanno condotto uno studio da cui risulta che fare il Pap test alle donne cui è stato asportato completamente l’utero per patologie benigne, e a quelle che hanno meno di 21 anni, non solo spesso è inutile ma può anche avere conseguenze negative.
Nancy Morioka-Douglas e Paula Adams Hillard, questi i nomi delle studiose, spiegano: «Eseguire il test Papanicolaou nelle donne con meno di 21 anni e in quelle che sono state sottoposte a isterectomia totale per condizioni benigne, pone chiari rischi senza alcun beneficio documentato; inoltre, le attuali linee guida basate sull’evidenza sono contro il Pap test in queste due categorie».
Secondo le ricercatrici sarebbe più opportuno restringere il test alle donne realmente a rischio per precedenti di lesioni di alto grado o precedente tumore alla cervice, per immunodepressione, infezione da Hiv o per esposizione in utero a dietilstilbestrolo, limitando così i possibili danni e anche diminuire i costi sanitari, che nelle sole tipologie descritte negli Stati Uniti è pari a circa 850 milioni annui.
Secondo le ricercatrici statunitensi, nelle donne sottoposte a isterectomia il Pap test vaginale è inutile, visto che il cancro alla vagina è molto raro e che il test non ne riduce il rischio né la mortalità; inoltre, l’esame dà spesso risultati falsi-positivi, provocando però danni come dolore e sanguinamento, e costi supplementari rappresentati da ulteriori accertamenti come colposcopie e biopsie, spesso non necessari.
Nella fascia di età che va dai 15 ai 19 anni, il rischio di cancro alla cervice è molto basso, circa un caso su un milione, ed è dimostrato che con lo screening praticato a questa età non se ne è abbassata l’incidenza; inoltre, nelle giovanissime il test identifica lesioni intraepiteliali legate all’infezione da Papilloma virus (Hpv) ma le neoplasie intraepiteliali della cervice di tipo 1 e 2 (Cin1 e Cin2) non richiedono un intervento ma la sola osservazione, in quanto nella maggior parte dei casi regrediscono entro tre anni.
L’eventuale trattamento di Cin1 o Cin2 comporta comunque nell’immediato il rischio di conseguenze fisiche come dolore e sanguinamento, e conseguenze negative sulla sessualità e sull’autostima; nel tempo, per esempio, l’escissione elettrochirurgica ad ansa (Leep) può aumentare il rischio di gravidanze pretermine. 

 

Fonte
Nancy Morioka-Douglas, MD, MPH; Paula J. Adams Hillard, MD. No Papanicolaou Tests in Women Younger Than 21 Years or After Hysterectomy for Benign DiseaseJAMA Intern Med. 2013;():1-2. doi:10.1001/jamainternmed.2013.316.

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