I telefonini e i computer sono oggi gli strumenti più utilizzati dai pazienti per manifestare le proprie attenzioni, che arrivano anche a vere e proprie molestie, nei confronti dei medici curanti; la diffusione dell’uso dei cellulari nei rapporti con i pazienti e quello dei social network, ha provocato l’impennata di queste tipo di espressioni, almeno a quanto risulta dalle osservazioni compiute in Gran Bretagna dalla Medical Defence Union, un’organizzazione che provvede all’assistenza legale e all’assicurazione dei medici britannici, e riportate dall’edizione online del quotidiano britannico Daily Telegraph.
Spiega Claire Macauley, consulente medico-legale dell’Mdu: «Non è certo un fatto nuovo che la fiducia e la stima per il proprio medico possano sconfinare nell’innamoramento o nel desiderio sessuale, ma mentre in passato il paziente invaghito prendeva carta e penna per approcciare il dottore, ora può utilizzare gli strumenti digitali. I nostri associati riferiscono che essere bombardati da questo tipo di messaggi è più invasivo che ricevere lettere».
Gli specialisti della Medical Defence Union hanno valutato che da quando si sono diffusi gli strumenti di comunicazione digitali, sono aumentati di un terzo i casi di medici i cui pazienti hanno tentato approcci indesiderati (73 le richieste alla Mdu dal 2002 al 2006, 100 dal 2007 al 2011), che sono stati denunciati in tre casi su quattro da maschi, e soprattutto da specialisti in medicina generale (72 su 100), seguiti dai medici ospedalieri, ginecologi e psichiatri compresi.
Le ‘attenzioni’ spesso si configurano come molestie, arrivando anche allo stalking e alla denuncia alle autorità, ma spesso, come risulta alla Mdu, i pazienti rifiutati si vendicano accusando il medico di essere il responsabile delle molestie.
Un caso limite quello di un medico di famiglia finito sotto inchiesta dopo che una donna, rifiutata nonostante i messaggi, le richieste di amicizia su Facebook e i regali, ha riferito al nuovo medico, cui l’aveva indirizzata, di esserne stata l’amante. Sono stati necessari oltre sei mesi di indagini per riuscire a scagionare l’innocente dottore.
Fonte
Medical Defense Union, the UK’s leading Medical Defence Organisation, 2012