Si chiama Win, Women Infectivology Network, il gruppo di lavoro che intende affrontare le problematiche legate alle infezioni nelle donne, ed è promosso dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit).
Spiega la coordinatrice, Antonella d’Arminio Monforte, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’AO Polo Universitario San Paolo di Milano: «La Simit ha preso l’iniziativa di creare un gruppo di lavoro costituito da undici infettivologhe, dedicato alle problematiche relative alle infezioni nelle donne. Il gruppo di lavoro nasce come figlio del progetto europeo Wpfa (Women For Positive Action); ognuna delle partecipanti al gruppo di lavoro, coordinato da me e dalla dottoressa Adriana Ammassari, si occuperà di sviluppare progetti nella propria area di competenza, attraverso una comune esperienza nel campo dell’infettivologia.
Nell’ambito dell’infezione da Hiv nel sesso femminile, i temi da sviluppare riguardano sia aspetti psicosociali, sia clinici ed epidemiologici, tra cui l’aderenza alla terapia, i trial clinici, il problema della tollerabilità, della tossicità e delle interazioni farmacologiche, e le coinfezioni con i virus epatitici».
Il gruppo di lavoro ha l’obiettivo non solo di affrontare le tematiche mediche e psico-sociali relative alle donne con Hiv, ma anche di approfondire le problematiche femminili nelle principali infezioni, da Hiv, Hpv, batteriche gravi, e di approfondire le differenze e le eventuali disparità nell’accesso alle cure e negli esiti, fra donne e uomini.
Le donne sono maggiormente vulnerabili all’infezione da Hiv; secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il contagio avviene per la maggior parte via eterosessuale, in seguito a un rapporto non protetto con il partner stabile; la tossicodipendenza come veicolo di contagio è invece irrilevante.
La trasmissione eterosessuale per gli uomini, invece, avviene in prevalenza in seguito a rapporti occasionali non protetti.
Fonte
Quotidiano Sanità, 26 novembre 2013