Limitare i cesarei: i pediatri Sin per il rilancio dei consultori

L’incidenza del parto chirurgico è in continua, preoccupante crescita, dall’11% del 1980 al 26% del 1996, fino al 38% stimato a oggi, soprattutto nel Sud e praticato nelle strutture private, con il conseguente aumento delle patologie infantili: questa la denuncia dei pediatri riuniti per il 18° Congresso Nazionale della Società Italiana di Neonatologia (Sin), che si è concluso nei giorni scorsi a Roma. L’allattamento al seno è inoltre fermo al 65%.
Secondo gli specialisti Sin, un rimedio potrebbe consistere nell’offrire alle donne la possibilità di effettuare i controlli clinici necessari nel corso della gravidanza nei consultori, che sono diffusi su tutto il territorio italiano; Sin e altre società mediche coinvolte nella cura materno-infantile hanno stilato il Manuale per l’accreditamento e la certificazione dei Punti nascita, per garantire una migliore e uniforme assistenza sul territorio alle donne e ai bambini.
Infatti, secondo gli esperti del settore, perché il ricorso al parto cesareo diminuisca “… È necessario rilanciare il ruolo dei consultori, puntare sull’educazione alla gestazione e alla cura del neonato attraverso gli ambulatori, e demedicalizzare la gravidanza. Si parte con il piede sbagliato dalla scelta del parto con il taglio cesareo e si continua svezzando troppo presto il neonato: in Italia solo il 65% delle donne sceglie l’allattamento naturale nei primi sei mesi; complici, in questo caso, sono anche le enormi difficoltà ad allattare sul posto di lavoro. Questa situazione ha portato a un aumento del ricorso alla terapia intensiva neonatale e alla crescita esponenziale delle patologie legate al parto pretermine”.

 

Fonte
Sanità News, ISS, 4 ottobre 2012 

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