Le nuove tecnologie per assicurare negli ospedali l’igiene delle mani

Le infezioni che si contraggono negli ospedali a causa della mancanza di una scrupolosa pulizia delle mani, causano, nei soli Stati Uniti, migliaia di morti ogni anno; ma finora i tentativi di garantire che il personale sanitario mantenga le mani pulite non sono stati coronati da successo. L’epidemiologo John Jernigan, dei Cdc (Centers for Disease Control and Prevention, Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie) spiega: «Sappiamo da oltre 150 anni che una buona igiene delle mani previene le infezioni ai pazienti; tuttavia, ottenere livelli di aderenza sufficientemente elevati, quali sarebbero desiderabili, è stato sempre un problema difficile e cronico».
Per risolvere il problema molte strutture cercano aiuto dalle nuove tecnologie, come i segnalatori acustici, gli allarmi o le spie luminose, per ricordare al personale di lavarsi le mani; per esempio, la North Shore University di Manhasset e l’Ucfs (University of California, San Francisco) Medical Center, hanno istituito un sistema di monitoraggio video per le aree di terapia intensiva. Altre strutture eseguono il monitoraggio della frequenza con cui gli addetti si lavano le mani, controllando i dispensatori di sapone, ottenendo una mappatura delle aree dell’ospedale con l’indicazione delle diverse quantità di sapone utilizzato.
Molte aziende hanno messo a punto nuovi sistemi, come il badge rivelatore che si basa sulla sensibilità del badge alle sostanze contenute nei saponi, e che ottiene grande consenso anche perché per le strutture ospedaliere è possibile affittarlo mensilmente, senza accollarsi l’onere dell’acquisto.
Un badge ritenuto molto valido è quello ideato da un’azienda del Michigan, che cambia colore quando le mani diventano sporche, e pare abbia un’efficacia che varia dal 97 e il 99%. 

 

Fonte
Redazione online, ANSA 8.7.13

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