Una combinazione di molteplici fattori genetici e ambientali sarebbe legata, secondo la letteratura scientifica, ai Disturbi dello Spettro Autistico, anche se la loro causa è spesso sconosciuta; gli ultimi studi sull’argomento avevano ipotizzato che l’esposizione per via alimentare all’acido folico potesse aumentare il rischio, ma ora, secondo uno studio norvegese, assumere acido folico nel periodo periconcezionale diminuirebbe invece il rischio di autismo.
JAMA, the Journal of the American Medical Association ha recentemente pubblicato la ricerca che Pål Surén ha condotto con i colleghi del Norwegian Institute of Public Health di Oslo, nel corso della quale sono stati osservati i dati relativi a un campione di oltre 85mila bambini (85.176), che facevano parte del MoBa, Norwegian Mother and Child Cohort Study, nati fra il 2002 e il 2008.
Al termine del follow up, nel 2012, l’età dei media dei bambini era di 6,4 anni (da 3,3 a 10,2 anni); a 270 dei bambini osservati sono stati diagnosticati disturbi dello spettro autistico, così suddivisi: 114 autismo, 26 sindrome di Asperger, e 100 non specificati disturbi generalizzati dello sviluppo; nei bambini nati da madri che avevano assunto acido folico l’incidenza è stata dello 0,10%, mentre fra quelli la cui madre non l’aveva assunto l’incidenza è stata dellodello 0,21%; nessuna associazione è stata rilevata con sindrome di Asperger o disturbo generalizzato. Robert Berry e collaboratori dei Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, così commenta nell’editoriale: «È rassicurante che lo studio non abbia rilevato alcuna associazione fra i supplementi di acido folico e un aumento del rischio di disordini dello spettro autistico; questo dovrebbe rassicurare sul fatto che l’apporto di acido folico può continuare a rappresentare uno strumento per la prevenzione dei difetti del tubo neuronale.
L’ipotesi che un supplemento possa ridurre il rischio di disordini autistici è provocatoria, e dovrebbe essere confermata in altre popolazioni».
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