Un’alterata percezione del proprio corpo nell’anoressia nervosa è alla base di questo grave problema che colpisce prevalentemente le donne.
La percezione del proprio corpo nell’anoressia nervosa sembra essere l’elemento chiave di questa patologia quasi esclusivamente femminile. La popolazione colpita è relativamente piccola, colpendo circa l’1% delle donne. Ma si tratta comunque di una problema molto grave! L’anoressia nervosa è infatti caratterizzata da un’elevata mortalità (fino al 10%) e un’elevata probabilità di ricadute (40% nei 12 mesi successivi al trattamento).
È stato dimostrato che le donne soggette ad anoressia nervosa hanno una percezione distorta della propria immagine corporea. In particolare, le pazienti anoressiche ritengono “grasso” un corpo che è invece assolutamente “normale”.
Questa distorta percezione della propria immagine corporea è quindi alla base della cosiddetta terapia comportamentale cognitiva (TCC). La TCC è un tipo di psicoterapia che fa attenzione alla parte “cognitiva” (ciò che accade nella mente) e ai comportamenti della persona. Il terapeuta istituisce con il paziente il ruolo di “consigliere esperto”, orientandolo a cambiamenti e miglioramenti. Il paziente viene quindi accompagnato a riconoscere i cosiddetti “pensieri distorti”, a modificare alcune convinzioni irrazionali e i conseguenti comportamenti disadattivi.
Nel caso dell’anoressia nervosa, innanzitutto le donne vengono invitate a classificare come “grasso” o “magro” diverse immagini corporee. A tale riguardo sono stati effettuati studi nei quali diverse delle immagini proposte non erano distinguibili in modo evidente come “grasse” o “magre”. Sono stati coinvolti due gruppi di donne: 1) donne giovani, non affette da anoressia nervosa, ma con elevata preoccupazione per il proprio corpo; 2) donne affette da anoressia nervosa. Le donne di entrambi i gruppi tendevano a identificare come “grasse” la maggior parte delle immagini corporee ambigue, rispetto alla norma.
Risultati
Come risultato del programma di TCC, in entrambi i gruppi sono significativamente migliorati i giudizi sulla immagine corporea e si è ridotta la preoccupazione relativa a un’alimentazione disordinata. La modifica della percezione dell’immagine corporea si è mantenuta significativa dopo un mese dal trattamento ed ha migliorato non solo il rapporto con il proprio corpo, ma anche il disturbo alimentare.
Queste evidenze suggeriscono che il trattamento dell’anoressia nervosa dovrebbe comprendere anche la correzione dell’immagine distorta che le pazienti hanno per il proprio corpo. Non è quindi immutabile l’errata percezione di un corpo grasso; tale percezione può essere infatti modificata con un adeguato programma di formazione di TCC.
Questo tipo di approccio può inoltre rivelarsi utile nell’ambito della prevenzione; può essere infatti applicato anche a donne che, pur non essendo affette da anoressia nervosa, non si ritengono soddisfatte del proprio corpo. Questa condizione è infatti predisponente allo sviluppo di disordini alimentari e riguarda circa il 50% delle giovani donne occidentali.
Bibliografia
Gledhill LJ, Cornelissen KK, Cornelissen PL, Penton-Voak IS, Munafò MR, Tovée MJ. An interactive training programme to treat body image disturbance. British Journal of Health Psychology 2017;22:60–76.