L’istituto di ricerche Gfk Eurisko ha condotto uno studio sulle abitudini degli Italiani nel campo della ricerca in rete delle informazioni sui vari aspetti della sanità, che è stato presentato nel corso del convegno Dieci anni di automedicazione: così il bollino rosso ha cambiato la nostra salute, che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma è che è stato organizzato dall’Anifa (Associazione dei Nazionale dell’Industria Farmaceutica dell’Automedicazione).
In un solo anno, dal 2011 al 2012, è cresciuto del 15% il numero di persone che entrano in rete per confrontare con altri le proprie esperienze sulla salute, ed è cresciuto dell’11% il numero di chi le informazioni le cerca su medici e strutture sanitarie.
Quasi la metà (46%) di chi viaggia in rete lo fa per avere informazioni che riguardano la sanità e di questi la maggior parte lo fa per trovare informazioni su problemi e disturbi, il 23% per notizie sui farmaci, il 215 sugli ospedali. Sulla vendita di farmaci online, vietata in Italia, l’informazione è scarsa; infatti il 15% di chi va in rete pensa che la vendita sia consentita, solo il 16% sa che la vendita non è consentita, ma la stragrande maggioranza (69%) non conosce il problema.
Il vice presidente di Gfk Eurisko, che ha condotto la ricerca, Paolo Anselmi, spiega: « È una percentuale alta perché le persone sono poco interessate ad acquistare i farmaci in rete». A questo proposito il presidente di Federfarma, Annarosa Racca, precisa: «È un disinteresse dovuto alla vicinanza delle farmacie alle case degli Italiani (ce n’è una a dieci minuti di distanza dall’abitazione di ognuno) e dal fatto che spesso i farmaci servono nell’immediato e non si può quindi attendere che vengano consegnati per posta o per corriere, magari una settimana dopo l’acquisto. Inoltre, secondo la ricerca, il 95% degli Italiani non acquisterebbe online i farmaci senza ricetta a causa della mancanza del consiglio del farmacista, della mancanza di garanzia sulla sicurezza e dei tempi e costi di spedizione».
Il presidente di Anifa, Stefano Brovelli, precisa: «Oggi chiunque può mettere online elenchi di farmaci e fogli illustrativi non necessariamente attendibili; occorre invece favorire quelle fonti facilmente identificabili, che hanno interesse a diffondere informazioni vere e certificabili.
Le aziende dovrebbero poter riportare il sito web del farmaco anche sulla confezione o pubblicare sul proprio sito web l’elenco dei propri farmaci. Su questi aspetti vogliamo aprire un confronto con tutti gli attori direttamente coinvolti con lo sviluppo dell’automedicazione nel nostro Paese». La soluzione del problema della certificazione delle fonti di informazione è infatti sempre più urgente per le persone che acquistano i farmaci attraverso internet.
Fonte
Sanità News, 10 luglio 2012