Introduzione
La prevalenza dell’incontinenza urinaria femminile aumenta con l’età, raggiungendo un picco negli anni della menopausa (Trutnovsky 2014). Tuttavia i dati di letteratura più recenti hanno evidenziato che la menopausa non esercita un effetto determinante e indipendente su segni e sintomi di incontinenza urinaria, sia da urgenza che da sforzo (Legendre 2013, Trutnovsky 2014). La reale prevalenza del disturbo è difficile da stabilire (8 -30%), a causa delle diverse definizioni negli studi, ma anche perché molte donne tendono a nascondere la loro condizione piuttosto che riportarla al medico, sia per l’imbarazzo, sia per la convinzione che non ci siano rimedi.
Si tratta di un disturbo con impatto notevole sulla qualità di vita sociale, relazionale e sessuale, con importanti risvolti igenico-sanitari (Pakgohar 2014). E’ un fenomeno complesso, che riconosce una patogenesi multifattoriale. Tra i principali fattori di rischio vi sono l’età (si stima una prevalenza del 25% dopo i 65 anni), il sovrappeso, le gravidanze (il 50% delle puerpere soffre di UI, pur essendo in alcuni casi un fatto transitorio), le infezioni ricorrenti delle vie urinarie, alcune malattie croniche (diabete, sclerosi multipla), le condizioni di importante deterioramento cognitivo, la carenza estrogenica dopo la menopausa (Legendre 2014, Maserejian 2014). La correlazione tra incontinenza urinaria e menopausa è oggetto di un vivace dibattito scientifico da diversi anni. Non è facile infatti distinguere il ruolo della carenza estrogenica da quello dell’invecchiamento fisiologico tissutale nella patogenesi di questo disturbo (Legendre 2013).
Per saperne di più … Lo abbiamo chiesto al Dott. Marco Gambacciani
Specialista in Ostetricia e Ginecologia Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia a Indirizzo Oncologico, Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, Pisa
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