Dall’ultima rilevazione Istat (2012), in Italia, i casi di aborto spontaneo sono stati 73.810: +31,4% rispetto al 1982 ma -3,3% rispetto al 2011. Come riporta l’ultimo Annuario Statistico Italiano 2015 dell’Istat, il fenomeno dell’aborto spontaneo ha assunto una importanza rilevante nel corso del tempo: il numero assoluto dei casi registrati è passato da 56.157 (nel 1982) a 73.810 (nel 2012), con un aumento del 31,4%. Anche l’indicatore che mette in rapporto il tasso di abortività con i nati vivi segue lo stesso trend, passando da 89,2 casi di aborto spontaneo per mille nati vivi nel 1982 a 139,6 nel 2012. Il fattore che più incide sul rischio di aborto spontaneo è l’età avanzata della donna. Risulta infatti che le donne italiane hanno una gravidanza sempre più tardi: l’età media al parto è passata dai 28 anni del 1982 ai 32 del 2012. In generale i livelli di abortività crescono al crescere dell’età della donna e un rischio significativamente più elevato si nota a partire dalla classe di età 35-39 anni quando il valore dell’indicatore supera di circa il 60 per cento quello riferito alla classe d’età precedente (30-34 anni) e tale rischio raddoppia nella classe di età successiva, di 40-44 anni.
Dimissioni dagli istituti di cura per aborto spontaneo per classe di età, ogni 1.000 nati vivi (anni 1992, 2002, 2012)
Si definisce aborto spontaneo l’interruzione involontaria della gravidanza provocata da cause patologiche; in particolare, ogni espulsione o morte del feto o dell’embrione che si verifichi entro il 180° giorno compiuto di gestazione (25 settimane e cinque giorni compiuti).
Istat. Annuario Statistico Italiano 2015. istat.it/it/Asi-2015.pdf