Se l’esposizione ai raggi solari possa avere conseguenze per lo sviluppo dell’ artrite reumatoide, è una questione dibattuta da tempo dagli esperti, ma una serie di studi hanno recentemente rilevato che, nelle zone dove i raggi solari sono meno forti, alle alte latitudini, è maggiore la frequenza di patologie autoimmuni come l’ artrite reumatoide, la sclerosi multipla o il diabete mellito di tipo 1; una spiegazione potrebbe essere nell’influenza dei raggi solari Uvb su alcune componenti del sistema immunitario e nella maggiore produzione di vitamina D provocata dall’esposizione al sole, che potrebbe influenzare i meccanismi immunitari, limitando le risposte infiammatorie.
Una conferma viene da uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Harvard School of Public Health di Boston, secondo il quale l’esposizione ai raggi Uvb ridurrebbe, almeno nelle donne, il rischio di artrite reumatoide.
Basandosi sui dati forniti dal Nurses’ Health Study, l’indagine iniziata nel 1976 e ampliata dal 1989, sui fattori che influenzano la salute delle donne, i ricercatori statunitensi hanno individuato due gruppi di donne che all’inizio della rilevazione avevano un’età compresa fra i 30 e i 55 anni (106mila circa) e fra i 25 e i 42 anni (circa 115mila); le hanno osservate fino al 2008, valutando in base alla zona di residenza la loro esposizione ai raggi solari, e concludendo che quelle che erano maggiormente esposte ai raggi avevano un rischio di sviluppare l’artrite reumatoide più basso del 21%.
Questo rapporto fra la diminuzione del rischio e l’esposizione ai raggi solari è tuttavia risultato evidente solo fra le donne più anziane forse, secondo i ricercatori, a causa della maggiore attenzione delle più giovani a proteggere la pelle dai raggi solari.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Annals of the Rheumatic Diseases.
Fonte
La Redazione, 16 aprile 2013