I social network stanno diventando un aiuto per la prevenzione dell’Hiv

La rivista Annals of Internal Medicine ha pubblicato una ricerca condotta su Facebook all’interno delle comunità omosessuali ispanoamericane e afroamericane, che dimostra come le reti sociali virtuali possano costituire uno strumento efficace per la promozione della salute, solo se però non si altera la loro peculiarità di luogo di confronto e scambio fra persone connesse dagli stessi legami sociali.

Il tema scelto per testare i social network è stato quello della prevenzione della trasmissione dell’Hiv; attraverso dei banner pubblicitari messi online e annunci esposti in palestre, associazioni, bar e scuole di Los Angeles, un team di ricercatori dell’Ucla (University of California, Los Angeles) Center for Behavioral and Addiction Medicine ha selezionato e arruolato 112 maschi omosessuali, che sono stati divisi in due gruppi collegati fra loro da due diversi gruppi Facebook; per un gruppo, l’oggetto del confronto era la prevenzione del contagio da Hiv, mentre per l’altro, di controllo, l’oggetto era limitato alla salute in generale.
Ognuno dei due capi dei gruppi (peer leaders) per 12 settimane ha avuto il compito di suscitare discussioni fra i partecipanti, che sono stati lasciati liberi di decidere di volta in volta se entrare nelle discussioni o restarne fuori, e a cui è stato consegnato un questionario da compilare all’inizio e alla fine dell’esperimento; inoltre è stata lasciata loro la facoltà di richiedere l’invio al proprio domicilio del test per l’Hiv.

L’analisi delle risposte date al questionario ha mostrato un evidente miglioramento dei comportamenti, in particolare fra le persone del primo gruppo, quello focalizzato sulla prevenzione dell’Hiv. Il kit per il test è stato richiesto dal 44% del primo gruppo e solo dal 20% di quello di controllo ma in entrambi i gruppi è stato basso il numero di quelli che l’hanno rispedito per avere il risultato, anche se hanno ancora prevalso quelli del primo: nove a due. 

Il ricercatore Sean Joung, che ha diretto lo studio, spiega: «Poiché il nostro approccio mette insieme la psicologia comportamentale e le tecnologie sociali, questo metodo potrebbe essere usato anche per modificare i comportamenti associati a un’ampia varietà di malattie».

 

Fonte 
Sean D Young et al – Social Networking Technologies as an Emerging Tool for HIV Prevention: A Cluster Randomized Trial. Ann Intern Med. 2013;159(5):318-324 

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