Il 60% dei giovani italiani trascorre circa 11 ore al giorno seduto: sui banchi di scuola, a casa a mangiare, a studiare, al computer, al telefono o davanti alla tv. Una vera ‘epidemia di sedentarietà’ causata dalla somma delle ore passate a scuola (minimo quattro ore), più quelle passate alla tv (il 17,3% dei ragazzi guarda la tv per più di tre ore al giorno, e sono in aumento), più quelle su internet (in media 3-4 ore al giorno fra tv e pc, con punte anche di sei ore), più un’ora e mezza per mangiare e un’altra ora e mezzo per i compiti: almeno 10-11 ore, durante i mesi della scuola.
Questi, i dati che emergono dall’indagine 2012 Abitudini e Stili di Vita degli Adolescenti, condotta dalla Società Italiana di Pediatria (Sip) su un campione di 1042 maschi e 1039 femmine di terza media; Alberto G. Ugazio, presidente Sip, osserva: «Questi dati ci preoccupano non poco. La sedentarietà, com’è noto, è un determinante importante dell’obesità, quindi della sindrome metabolica e come fattore predisponente delle principali malattie cardiovascolari degenerative e tumorali dell’adulto e dell’anziano. D’altro canto, non bastano certo le due ore a settimana di sport per recuperare le tante ore passate seduti. Ulteriore conferma degli stili di vita errati è il fatto che il mezzo utilizzato più frequentemente per andare a scuola è l’auto, utilizzata nel 43,1% dei casi».
E l’attività sportiva praticata dagli adolescenti non contribuisce a migliorare la situazione; Adolescenti e Sport è l’approfondimento che la Sip ha realizzato con la Fmsi (Federazione Italiana dei Medici Sportivi), da cui emerge che per circa il 40% dei ragazzi e il 44% delle ragazze, l’unica attività fisica è costituita dalle due ore scarse settimanali di ginnastica a scuola.
Inoltre, i giovani che stanno più tempo seduti alla tv o al computer sono anche quelli che preticano meno sport; per migliorare queste abitudini, secondo il presidente Fims, Maurizio Casasco, è opportuna una sempre più stretta collaborazione fra pediatri e medici dello sport.
Gli adolescenti vanno anche a letto tardi: oltre la metà va a dormire dopo le 23 durante la settimana, e la quasi totalità (90%) se il giorno dopo non c’è scuola; a letto guardano spesso la tv e ancora più spesso navigano su internet (il 61% del campione ha la tv in camera, il 68% il pc e il 45% li ha entrambi).
Il bullismo sembrerebbe in calo, o almeno gli adolescenti lo percepiscono meno: nel 2008 il 75% dei ragazzi aveva assistito ad atti di bullismo ma la percentuale è scesa l’anno scorso al 61,5% e ora è al 54%; sempre più in calo anche la percentuale di giovanissimi che considerano in gamba chi è prepotente: dal 4,5 al 2,4%.
C’è però il fenomeno nuovo del cyberbullismo: le molestie, le persecuzioni, le offese, che si diffondono nella rete, veicolate soprattutto dai social network più frequentati dai giovani; Luca Bernardo, della Direzione Nazionale Sip spiega: «Il bullismo elettronico permette un maggiore anonimato del bullismo diretto o di quello indiretto di tipo sociale, anonimato che può far diminuire il senso di responsabilità da parte di chi agisce, permettendo l’azione prevaricante anche da parte di soggetti che nella conflittualità sociale diretta non troverebbero la forza di agire.
Il cyberbullismo inoltre, consente al bullo di ‘diventare un eroe multimediale’ e fa sì che la vittima non rimanga vittima una sola volta, ma diventi la vittima catturata dall’infinito spazio virtuale; e l’immagine (fotografia, film, ecc.) che riprende la violenza subita (verbale o fisica) viene immortalata e resa intangibile nello spazio virtuale». Il cyberbullismo viene registrato già dal 43% dei ragazzi, percentuale che sale al 62% fra quelli che frequentano più assiduamente la rete.
L’indagine Abitudini e Stili di Vita degli Adolescenti è giunta alla quindicesima edizione ed è stata presentata nel corso del 68° Congresso Nazionale Sip che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma.
Fonte
“Abitudini e stili di vita degli adolescenti”, Società Italiana di Pediatria, 2012