Il Tribunale di Milano ha rinviato alla Corte Costituzionale la Legge 40, che vieta la fecondazione eterologa: è la quinta volta, mentre è la diciottesima volta che un tribunale italiano la boccia. Con l’ordinanza che è stata depositata il 29 marzo, il Tribunale di Milano ha stabilito che il divieto di fecondazione eterologa è in contrasto con alcuni principi costituzionali, fra cui il diritto alla salute, il principio di eguaglianza fra le coppie e il diritto all’autodeterminazione della coppia; ora si attende a decisione della Corte Costituzionale.
Stante il divieto imposto dalle Legge 40, una coppia che non poteva avere figli a causa di un’azoospermia completa si è appellata alla Giustizia; gli avvocati della coppia sono ottimisti: «Entro qualche mese, forse entro la fina dell’anno, in Italia le coppie potrebbero avere accesso alla fecondazione eterologa».
Il presidente della Fondazione Artemisia e segretario generale della Società Italiana di Diagnosi Prenatale e Medicina Materno Fetale, Claudio Giorlandino, osserva: «È un diritto che va dato alle coppie, e in Italia abbiamo i migliori centri con i migliori risultati. Per la fecondazione eterologa maschile il problema non si pone quasi mai, viste le possibilità di prelevare anche pochissimi spermatozoi ‘intrappolati’ nel testicolo, ma l’unico problema rimane per le donne che vanno in menopausa precoce. Sarebbe giusto che queste donne non andassero più all’estero, dove queste pratiche sono permesse, ma mi si chiedo però chi, in Italia, donerebbe i propri ovociti.
In Italia, vessata da anni di Legge 40, le stimolazioni ormonali sono assolutamente equilibrate e non ci si trova mai, come in passato, ad avere esuberi di ovociti in donne sottoposte alla Procreazione medicalmente assistita; oggi le stimolazioni sono moderate e congrue, e si congela un numero moderato di ovociti e di embrioni. Ma mi chiedo, se anche la legge cambiasse, se poi le cose realmente cambierebbero: credo che nella maggior parte dei casi le donne andrebbero all’estero per necessità».
L’esperto aggiunge una considerazione culturale: «Il figlio avuto con la fecondazione eterologa è spesso un figlio da nascondere, nel senso che non viene mai detto che si è fatto ricorso a questo tipo di tecnica».
Fonte
La Redazione, aprile 2013