Contraccezione ormonale: le donne italiane fra le ultime in Europa

Nel corso del congresso che ha recentemente riunito a Napoli i ginecologi e gli ostetrici di Sigo (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani), Aogoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) e Agui (Associazione Ginecologi Universitari Italiani), sono stati presentati, fra l’altro, alcuni dati tratti dal rapporto Barometer of Women’s Access to Modern Contraceptive Choice in 10 EU Countries, presentato nel giugno scorso al Parlamento Europeo, da cui è emerso che in Italia meno di una donna su cinque (16%) assume la pillola anticoncezionale e che in generale le donne italiane sono agli ultimi posti in Europa per l’uso di sistemi contraccettivi.

Il vicepresidente Aogoi, Valeria Dubini, precisa: «La contraccezione ormonale viene scelta nell’86% dei casi per sicurezza, ma fra i suoi vantaggi c’è l’alta tollerabilità, il ridottissimo impatto metabolico e la totale reversibilità».
Gli specialisti riuniti a Napoli hanno chiesto “…Il sostegno e il coinvolgimento delle Istituzioni…” per il programma in cinque punti che hanno stilato. Secondo il presidente Sigo, Nicola Surico, ed Emilio Arisi, presidente Smic (Società Medica Italiana per la Contraccezione), il primo punto consiste nel perfezionare la formazione universitaria degli specializzandi, seguito dall’introduzione dell’educazione sessuale come materia obbligatoria nelle scuole; bisogna poi migliorare i consultori sia quantitativamente che qualitativamente, visto che quelli operativi sono solo il 70% di quelli previsti dalla legge, e che le tutte le figure professionali necessarie sono presenti soltanto in una struttura su quattro.

Occorre anche condividere un’Agenda della Salute che accompagni tutte le donne nel corso della loro vita riproduttiva, migliorare l’assistenza post-partum, e continuare nella strada intrapresa per consentire la diminuzione del numero di aborti. In Europa la Germania è prima, con il 73%, per l’accesso ai moderni metodi anticoncezionali, seguita dall’Olanda (69%) e dalla Francia (67%); l’Italia risulta terzultima. 

Fonte
Redazione online

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