La celiachia ha un’elevata prevalenza nel sesso femminile e correla con diverse condizioni cliniche della vita riproduttiva, come l’infertilità, esiti avversi della gravidanza, ritardo del menarca, amenorrea, menopausa precoce.
Celiachie e manifestazioni cliniche
La celiachia (enteropatia da glutine), è una malattia caratterizzata da una reazione immunitaria all’assunzione di glutine. Lo stato infiammatorio cronico che ne consegue, provoca un’alterazione dell’architettura della mucosa dell’intestino tenue, con infiltrazione linfocitaria e atrofia dei villi. Le manifestazioni cliniche correlate a questi fenomeni sono generalmente: diarrea, perdita di peso e malassorbimento di macro- e micronutrienti, ma anche diverse manifestazioni extra-intestinali1. La diagnosi di celiachia è in aumento (prevalenza circa 1% nei paesi occidentali), soprattutto nella popolazione adulta. La celiachia si associa spesso a diverse patologie croniche, come diabete, osteoporosi, distiroidismi, endometriosi e ad alcune malattie linfoproliferative2. Numerosi studi hanno inoltre evidenziato una correlazione tra celiachia e disfunzioni e patologie ostetrico-ginecologiche; considerato il ritardo diagnostico spesso fino a 10 anni, è evidente come ne possa risentire la funzione dell’apparato riproduttivo1-4.
Celiachia e disturbi del ciclo
Uno studio condotto in Italia su 62 donne celiache di 15-49 anni, per valutare l’associazione della celiachia con le patologie ginecologiche dell’età riproduttiva, ha dimostrato che nelle donne con celiachia si riscontra una maggiore prevalenza di disturbi del ciclo: amenorrea (19.4% vs. controlli), oligomenorrea, dismenorrea, metrorragie. Nel 70% dei casi le donne riferivano che l’alterazione del ciclo aveva rappresentato il primo sintomo che aveva portato alla diagnosi di celiachia4.
Celiachia e infertilità
Numerosi studi evidenziano una correlazione tra infertilità e celiachia1-3. La celiachia, specie se non diagnosticata, può essere alla base di una infertilità apparentemente senza causa. La prevalenza della celiachia nelle donne con infertilità inspiegata è in aumento, pertanto potrebbe essere utile eseguire lo screening per la celiachia in queste pazienti. Nelle donne con celiachia, l’infertilità può essere la prima manifestazione clinica3. Si ipotizza che l’infertilità possa essere mediata da malassorbimento di ferro e folati, oltre a deficit di altre vitamine. La dieta senza glutine non risolve il problema dell’infertilità in tutte le pazienti, spesso è necessaria la supplementazione di alcuni microelementi, come zinco, selenio, ferro, folati3.
Celiachia ed esiti della gravidanza
Molte donne (circa 11%), manifestano i segni della celiachia durante la gravidanza3.
Quasi il 50% delle donne con celiachia non sottoposte a dieta, riferiscono un episodio di aborto spontaneo o un altro esito sfavorevole della gravidanza. In molte donne affette da celiachia, la gravidanza può rappresentare l’evento che ne slatentizza le prime manifestazioni cliniche. La carenza di zinco e selenio può determinare una riduzione della sintesi di LH ed FSH, che comporta una disfunzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio. La conseguenza clinica può essere amenorrea, aborto spontaneo, pre-eclampsia. L’acido folico è essenziale per il metabolismo degli acidi nucleici e la sua carenza ha un impatto negativo sullo sviluppo dei tessuti embrionali, in particolare del Sistema Nervoso (es. difetti del tubo neurale). La comparsa durante la gravidanza o il puerperio di anemia sideropenica, diarrea e ulcerazioni orali, dovrebbe indurre il sospetto di celiachia3.
Le donne affetta da celiachia che non sono in regime alimentare privo di glutine, mostrano un elevato livello di autoanticorpi, in particolare, gli anticorpi anti-transglutaminasi (anti-TtG), sembrano coinvolti nelle complicanze placentari. Il TtG è espresso in numerosi organi e tessuti, in particolare sulle cellule endometriali, stromali e del trofoblasto placentare, i cui livelli aumentano nella fase tardiva della gravidanza. Il legame degli anticorpi anti-TtG alle cellule placentari è uno dei meccanismi ipotizzati per l’esito negativo della gravidanza. Gli anticorpi anti TtG inibiscono la formazione del sinciziotrofoblasto e un fisiologico sviluppo placentare.
Inoltre, nelle donne celiache si verifica una marcata apoptosi di trofoblasto extravilloso (EVT) nella placenta, con conseguente difficoltà nel mantenimento della gravidanza o ritardo della crescita intra-uterina fetale (IUGR)3. Anche il parto pre-termine e la nascita di bambini di basso peso hanno maggiore prevalenza nelle donne celiache1,5. Uno studio italiano condotto su 868 donne, che avevano avuto un parto pre-termine o un bambino di basso peso alla nascita, hanno riscontrato nell’1.6% dei casi una celiachia non diagnosticata. Gli autori dello studio sottolineano che in meno del 20% dei casi le donne presentavano sintomi gastroenterici. I suddetti esiti avversi di gravidanza erano riportati con una incidenza >2.25% rispetto ai controlli (p<0.04)5.
Celiachia e durata della vita fertile
Le donne affette da celiachia, non sottoposte a dieta priva di glutine (ad esempio per un ritardo diagnostico), hanno una ridotta durata della fertilità, a causa di un ritardo del menarca (>2 anni) e di una menopausa anticipata (>2 anni). Il malassorbimento e la perdita di peso si associano ad una ridotta funzione ipofisaria per atrofia, con relativa ridotta concentrazione di gonadotropine ed estrogeni. Rispetto ad altre sindromi da malassorbimento, nella celiachia le anomalie endocrine risultano più marcate, supportando l’ipotesi che i peptidi del glutine circolanti possono avere un impatto negativo diretto sulla funzione endocrina, indipendentemente dal malassorbimento e dalla perdita di peso1,3.
Conclusioni
La celiachia è una malattia infiammatoria cronica intestinale su base immunitaria. Le manifestazioni cliniche spesso rimango latenti per anni e di conseguenza la diagnosi può essere tardiva. Le manifestazioni cliniche della celiachia non si limitano all’apparato gastroenterico, ma possono coinvolgere altri organi e apparati, in particolare l’apparato riproduttivo, con impatto negativo sulla fertilità e sugli esiti della gravidanza. Sulla base di questa evidenza è consigliabile, nei casi di infertilità inspiegata, sottoporre la donna allo screening per la celiachia.
Fonti
- Moleski SM, et al. Increased rates of pregnancy complications in women with celiac disease. Annals of Gastroenterology. 2015; 28, 236-240
- Choi JM, et al. Increased Prevalence of Celiac Disease in Patients with Unexplained Infertility in the United States: A Prospective Study. J Reprod Med. 2011; 56(5-6): 199–203
- Casella G, et al. Celiac disease and obstetrical-gynecological contribution. Gastroenterol Hepatol. Bed Bench.2016; 9(4):241-249
- Martinelli A, et al. Reproductive life disorders in Italian celiac women. A case-control study. BMC Gastroenterology 2010, 10:89
- Salvatore S, et al. Premacel Study Group. Prevalence of undiagnosed celiac disease in the parents of preterm and/or small for gestational age infants. Am J Gastroenterol 2007; 102: 168-73