La rivista Diabetes Care ha pubblicato uno studio condotto in otto Paesi europei, secondo cui la menopausa precoce aumenterebbe il rischio di diabete di tipo 2 e potrebbe costituire il segnale d’invecchiamento precoce con il conseguente effetto negativo sul metabolismo dei glucidi.
Il primo autore dello studio, Judith S. Brand, dello Julius Center for Health Sciences and Primary Care dell’University Medical Center di Utrecht, in Olanda, precisa: «I risultati di questo studio sono importanti, vista l’elevata prevalenza di diabete di tipo 2 fra le donne in post menopausa.
Gli effetti diretti della menopausa precoce possono essere rilevanti per la prevenzione del diabete; per esempio, si potrebbe considerare questo fattore come determinante del momento in cui iniziare uno screening periodico o un’azione di prevenzione primaria attraverso gli stili di vita».
Nel corso dello studio sono state osservate per 11 anni 3.691 donne in post menopausa con diabete, e una sottocoorte di 4.408 donne sempre in post menopausa, sane, 235 delle quali hanno sviluppato il diabete negli anni in cui sono state oggetto dello studio; 59,2 anni era l’età media delle donne della sottocoorte e 48,6 anni l’età in cui erano entrate in menopausa.
Dopo aver corretto le variabili di rischio, soggetti sono stati divisi a seconda dell’età in cui avevano avuto l’ultima mestruazione, con il risultato che il rischio relativo di diabete cresceva al diminuire dell’età della menopausa: da 0,97 per le donne in menopausa fra i 45 e i 49 anni, 1,09 per quelle fra i 40 e i 44 anni, 1,32 per quelle al di sotto dei 40 anni.
Inoltre, dallo studio emerge che la durata del periodo riproduttivo influisce sul rischio di diabete di tipo 2: sottraendo all’età della menopausa l’età della prima mestruazione si ottiene la durata del periodo riproduttivo, che tanto più è breve, tanto più alto è il rischio. I risultati dello studio sono stati omogenei in tutti i Paesi in cui è stato condotto e sono rimasti invariati anche dopo aver tenuto conto di altri fattori come l’eventuale terapia ormonale sostitutiva, l’indice di massa corporea, la circonferenza dell’addome, il fumo, l’ipertensione.
Un’ipotesi per spiegare i risultati della ricerca, per gli autori è quella che l’assetto ormonale dopo la menopausa si modifica a vantaggio dell’asse androgenico; altri studi hanno dimostrato infatti che la predominanza di ormoni maschili aumenta già da sola il rischio di diabete di tipo 2.
La ricerca è stata condotta nell’ambito dell’Epic (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) su soggetti che rientravano già nell’Interact Study, che ricerca i legami fra il rischio di diabete di tipo 2 e i fattori genetici e gli stili di vita.
Fonte
Brand JS et al – Age at Menopause, Reproductive Life Span, and Type 2 Diabetes Risk: Results from the EPIC-InterAct study Diabetes Care published ahead of print. Diabetes Care 2012 Dec 10